Castello Mackenzie

Categoria: Dimora storica

Denominazione originale: Castello Mackenzie

Ubicazione

Circoscrizione: Castelletto

Indirizzo: Mura di San Bartolomeo, 16c

Telefono: 010/8395029

Sito: www.castellomackenzie.

Notizie storiche

Secolo: XX sec.

Data: Progetto a partire dagli ultimi anni del XIX secolo, realizzazione dell'edificio all'inizio del XX secolo. Inaugurazione nel 1912.

Uso storico: In origine villa residenziale, successivamente sede del Comando dei Carabinieri, sede di un comando militare, palestra della "Società Ginnastica Rubattino", dimora del collezionista Mitchell Wolfson Jr, sede della "Casa d'Aste Cambi".

Attività (uso attuale): Dimora storica, sale espositive

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Descrizione

Il castello sorge sui terreni compresi tra l'attuale Via Cabella e le Mura di San Bartolomeo, in posizione fortemente scenografica.

Il castello Mackenzie è stato definito "sogno medievale", essendo un insieme eterogeneo e particolare di vari elementi, tra cui grotte, torri, mura merlate, un "pastiche" più idealizzato che filologicamente corretto. Si tratta di un edificio che rispecchia perfettamente il gusto, tipico dell'Ottocento, per le integrazioni e la contaminazione tra diversi stili e diverse epoche, specialmente l'arte medievale fiorentina. In questo contesto si inserisce il committente, l'assicuratore scozzese Evan Mackenzie, ricco collezionista del tardo '800 appassionato di antiquariato e "bibliofilo" (infatti all'interno del castello è presente una stanza interamente dedicata alle opere di Dante Alighieri). Agli inizi degli anni '90 avviene l'incontro tra Mackenzie e Gino Coppedè nella Galleria degli scultori Romanelli, artisti del mercato fiorentino; allora Coppedè non era neppure trentenne ma Mackenzie gli affida la progettazione di quello che diventerà il "capolavoro dello stile Coppedè", che pur essendo la sua prima opera ne stabilisce la consacrazione nel panorama artistico. Gino Coppedè, nato a Firenze nel 1866 da un artigiano del mobile, è un artista di formazione eclettico-storicista, ma si rivela malleabile alle particolari richieste dela committenza. I lavori durano un decennio e la decorazione viene ultimata tra il 1909 e il 1912, anche se nel 1902 il castello assume già la sua fisionomia definitiva. All'interno dell'edificio sono contenute opere autentiche, copie e frammenti originali completati dallo scultore e dalla sua bottega, secondo i principi di integrazione e contaminazione; questa è una delle caratteristiche dell'antiquariato dell'epoca, e il tipo di architettura che ne deriva è detto "in stile". Il castello ha subito vicende alterne: alla morte di Evan Mackenzie nel 1935 la figlia Isa decide di venderlo e nel 1939 diventa sede del Comando dei Carabinieri; durante la II Guerra Mondiale viene occupato dai militari, poi per decenni è utilizzato dagli atleti della "Società Ginnastica Rubattino" come palestra di allenamento, subendo un forte degrado. Nel 1986 il collezionista americano Mitchell Wolfson Jr acquista il castello e lo sottopone ad un restauro lungo e costoso a partire dal 1991; infine viene venduto a Marcello Cambi, restauratore toscano, che ne fa la sede della sua "Casa d'Aste". Oggi, ristrutturato e aperto al pubblico, è stato censito come spazio per la cultura (infatti, tra gli altri eventi, nell'autunno del 2006 è stato una delle sedi del Festival della Scienza). Il castello Mackenzie, definito"capriccio da re" per l'incredibile sfarzosità sia nell'architettura che nella decorazione, è tuttavia in primo luogo una residenza, progettato per essere abitato e quindi dotato di tutte le comodità e di strutture all'avanguardia per l'epoca (come l'impianto per il riscaldamento centralizzato, la piscina coperta con sauna, l'ascensore); gli elementi funzionali sono comunque sottoposti a quelli decorativi, in un insieme vario ma nel complesso omogeneo. La struttura architettonica complessiva occupa un'area di oltre 4000 metri quadrati, delimitata da una cinta muraria merlata con torri e torrette, cortili, scale e percorsi di ronda; il volume principale si articola in 4 piani fuori terra e un piano interrato, al quale sono collegate le grotte artificiali e il chiostro. Il solo castello occupa circa 900 metri quadrati, di cui 600 al piano terra e 300 al primo piano, e sorge nell'area dove già esisteva Villa Zignago; questa villa, eseguita tra '800 e '900 nel tipico stile della villa genovese del '600, è stata poi ristrutturata da Coppedè e inglobata nel castello.

Sul "Corriere di Genova" nel 1908 un redattore, per descrivere le opere così uniche di questo architetto, crea la formula "Stile Coppedè" che da allora entrerà nella storia identificando quella ecletticità di inizio Novecento. Il castello ha una posizione emergente rispetto all'assetto urbano e paesaggistico della zona su cui sorge, molto scenografico per un preciso scopo: l'intento autocelebrativo della committenza. La zona di Castelletto era l'area di residenza della media borghesia di cui facevano parte i Mackenzie, mentre il centro della città ospitava il popolo. Ci sono state due fasi di intervento, e solo con la seconda vengono realizzati il chiostro e le grotte. Queste sono l'elemento più stupefacente della struttura: il sistema di grotte artificiali sotterranee è decorato con stalattiti fissate al solaio, l'interno delle grotte è costituito da un atrio con sassi e rocce, usati come fondale per una copia in gesso della "Venere di Milo", con uno spiccato gusto per l'esotico nella decorazione del basamento. Questo gusto teatrale si nota anche nell'originario laghetto artificiale, sede dei giochi d'acqua. L'accesso è molto scenografico, decorato da un loggiato di archi gotici con il motivo della salamandra.

Il castello può essere diviso in più parti:

  • ESTERNO

DECORAZIONE ESTERNA

E' un tipico esempio di eclettismo decorativo di concezione coppediana, con richiami al Medioevo (come nelle loggette) e al primo Rinascimento (come nei tondi in ceramica invetriata con mosaici e negli stemmi), soprattutto toscano. Il castello è influenzato anche dal gusto coevo, in particolare dagli stili Liberty e Secessionista, evidenti nel mosaico della facciata principale, con figure femminili che simboleggiano Genova e Firenze.

CORTILE

E' qui ben visibile l'utopia di riunire il presente ad un passato glorioso, e numerosi sono i riferimenti storici negli stemmi e nei frammenti antichi; ci sono stili diversi, romano, etrusco, quattrocentesco, medievale e rinascimentale, ma predomina l'influsso toscano nel gusto di esporre gallerie di stemmi e armi. Ci sono anche frammenti ispirati all'arte classica ma realizzati in età moderna, tra '800 e '900 (e questo rende difficile l'attribuzione a casate nobiliari).

  • INTERNO

PIANO TERRA

L'elemento di maggior interesse è la biblioteca, suddivisa in 2 piani collegati da una scala a chiocciola lignea, interamente rivestita da scaffalature; nella decorazione è evidente l'abilità scultorea e d'intaglio, soprattutto nelle balaustre e nel soffitto, d'ispirazione tardo-rinascimentale. La grande collezione Mackenzie è oggi custodita alla Biblioteca Berio di Genova.

CANTINE

Oggi sono usate in parte dalla "Casa d'Aste Cambi" come laboratorio di restauro degli oggetti ancora presenti nell'edificio.

ATRIO DA VIA CESARE CABELLA

Viene considerato un vero e proprio "biglietto da visita" dell'intero castello, ricco di contaminazioni stilistiche. L'atrio prosegue con uno scalone monumentale che accompagna il visitatore in un viaggio ideale tra arte fiorentina e genovese (città molto importanti per il committente).

CAPPELLA

E' di dimensioni ridotte e per questo poco utilizzabile; è in ottimo stato conservativo e ispirata, sia per l'architettura che per l'arredamento, all'arte della Toscana tardo-medievale e del '400, soprattutto alla pittura di Beato Angelico; ospita inoltre un importante organo e molte vetrate. Anche qui l'attenzione filologica è subordinata all'interpretazione.

1^ E 2^ PIANO

Qui c'è gusto neoclassico, dove affreschi (affidati a Bacigalupo) e decorazione derivano dalla sobria eleganza tipica di questo stile. Questi elementi sono attribuibili ad entrambi i piani (anche se il secondo oggi è inaccessibile).

Nel castello sono presenti inoltre terrazze, tra cui la più importante è la cosiddetta "Loggia dei Cavalieri", sulle quali si impostano le torrette, le logge e la torre principale, ricca di elementi decorativi ispirati all'arte senese. Un elemento importante nella decorazione del castello sono i marmi antichi (originali) e "all'antica" (rifacimenti moderni), che ornano i cortili interni e la terrazza superiore; sono elementi scultorei e decorativi lapidei e fittili, applicati nelle murature perimetrali (circa 50 in tutto). C'è un intento di omogeneità, con l'esclusione di frammenti troppo grandi o a tutto tondo. La fitta presenza di marmi crea una sorta di museo-galleria di antichità ed è proprio qui il punto di raccordo tra committente e artista, nella passione comune per l'antiquariato e nella ricerca continua del frammento.

Il castello è stato oggetto di un forte degrado, dovuto soprattutto a cause fisiologiche e alla cattiva manutenzione; ci sono anche molti problemi statici, poichè le fondamenta si trovano in pendenza e sono quindi soggette a cedimenti, mentre le piogge hanno causato il crollo delle mura del giardino. Inoltre la riserva d'acqua per il laghetto artificiale ha causato infiltrazioni e la nascita di parassiti e vegetali nelle grotte. L'umudità è causa anche del degrado dell'intonaco dei dipinti murali interni. Infine la pietra arenaria toscana, poco adatta al clima ligure per la sua alta porosità, ha subito un deterioramento, a cui hanno contribuito anche l'inquinamento urbano e l'uso improprio dei locali del castello.

Con il castello Mackenzie, grazie al suo stile che precorre il vasto sviluppo del Liberty, nasce una formula che riscuote molta fortuna a Genova, ripetuta dallo stesso Gino Coppedè in varie ville genovesi, e in tutta la Liguria, ad esempio Villa Giorgi a Chiavari e Castello Benelli a Zoagli.

 

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Immagini

Castello Mackenzie Immagine:Il Castello Mackenzie .jpg

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Villa Benelli, Zoagli Immagine:Villa Benelli, Zoagli.jpg Immagine:Villa Benelli_torretta.jpg

 

Immagine:Villa Benelli_giardino.jpg Immagine:Villa Benelli_particolare.jpg


Immagine:Villa Benelli_entrata.jpg


Villa Giorgi, Chiavari Immagine:Villa Giorgi, Chiavari.jpg


Immagine:Villa Giorgi_Torretta.jpg Immagine:Villa Giorgi_lato_giardino.jpg


Immagine:Villa Giorgi_particolare.jpg Immagine:Villa Giorgi_entrata.jpg

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Bibliografia

"Il castello Mackenzie a Genova, l'esordio di Gino Coppedè", a cura di Gianni Bozzo e Mattero Cambi, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, Milano, 2008, pagg.17-27,83-85,97-99,122,134,146-150,156-158,178,200,218,257-258,271.

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Sitografia

Wikipedia, [1]

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022